venerdì 14 ottobre 2011

Errori comuni nell’osservazione di Aerei - “Incrociava a quota cumulo”

Errori comuni nell’osservazione di Aerei

“Incrociava a quota cumulo”

Oltre agli strumenti visivi di cui al post [4], spesso un altro preconcetto, nell’analisi di immagini e riprese contenenti contemporaneamente aerei, scie e nuvole, è sfruttare gli elementi di quell’immagine e la loro sovrapposizione per determinare quale dei due oggetti sia davanti e quale sia dietro. E gli stessi principi concorrono anche nella determinazione a vista ad occhio nudo.

1)      Stereoscopia.

La differenza sostanziale tra il vedere un filmato (od una foto) e guardare direttamente un oggetto coi propri occhi, è che nel primo caso la visione è bidimensionale (un filmato è piatto e non contiene informazioni dirette sulla distanza) mentre invece la visione umana è stereoscopica.
La stereoscopia funziona pirncipalmente attraverso la corteccia che riceve dai due occhi che abbiamo a disposizione, posti a circa 6,5 cm di distanza due immagini diverse. Attraverso le differenze tra le due immagini (gli oggetti ripresi ad angolazione leggermente diverse mostrano gli stessi soggetti in posizioni leggermente diverse) il cervello ricostruisce informazioni molto precise sulla tridimensionalità. Questo particolare processo però avviene circa da 15 cm davanti ai nostri occhi, fino a circa 30 metri e si chiama Stereopsi Primaria [1][2]. Oltre questa distanza, tutte le informazioni che il cervello fornisce sulla distanza, sono ricostruite sfruttando caratteristiche delle immagini (quali ad esempio, il sovrapporsi dei soggetti, ovviamente chi è coperto, viene classificato come più lontanto, oppure anche la cossiddetta foschia atmosferica, classificando più vicino ciò che ha maggior contrasto) ma soprattutto è un processo cognitivo, dove la distanza è calcolata anche sulla base delle dimensioni e delle caratteristiche dei soggetti riconosciuti in funzione di ciò che il cervello conosce di loro. Questo procedimento si chiama Stereopsi Secondaria e non è esente da errori, ed anzi spesso succede che su soggetti molto distanti, la nostra valutazione sia completamente arbitraria. [1]

2)      La stereopsi secondaria – Sopra o sotto la nuvola

Che si tratti di visione dal vivo, di una foto o di un video, ciò che ci permette di valutare la distanza di un oggetto è la stereopsi secondaria.

La luce che giunge al nostro occhio funziona (semplificando il tutto) per somma di intensità luminosa e colore. Due materiali semitrasparenti, a livello di intensità luminosa, si miscelano (prima uno, poi l’altro) sul cielo. Nella figura esemplificativa qua di sotto, notiamo come sia impossibile determinare se sia stato disegnato prima il cerchio o la striscia, perlomeno senza nessuna misurazione.



Stesso dicasi per la scia, per la quale, otticamente, è impossibile determinare, soprattutto da un filmato, se essa si trovi sopra o sotto un cumulo.

3)      Conclusioni

Sia guardando direttamente un aereo che rilascia una scia nella stessa direzione ottica in cui c’è una nuvola, si osservando lo stesso fenomeno su una foto o un video, oltretutto come spesso accade, senza particolari punti di riferimento, non si è realmente in grado di determinare se sia la scia o la nuvola più vicino rispetto all’osservatore. Per evitare di prendere cantonate, l’unica cosa da fare e cercare di stimare la distanza dell’aereo dall’osservatore, otticamente prendendosi dei riferimenti come al post [4], e in caso di foto o video, conoscendo perfettamente tutti i dati di ripresa e seguendo il procedimento indicato nell’ottimo post [3].





[4] http://riccardodeserti.blogspot.com/2011/08/riflessioni-preliminari-sulle.html

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